giovedì 17 aprile 2008

Old double click

Sono nato sulla tiburtina, poi elementare a torbellamonaca, medio a ottavia, anche superiore ad ottavia, ed europeo, il corso, ad ottavia. Ora che non sono più, sono tornato alla culla. La tiburtina è retta ma il cerchio si chiude qui. Apro un negozio, uno shop di destini su misura. Mirato, squadro il cliente e gli cucio addosso un futuro migliore, e se proprio è fuori misura o la stoffa non ce l'ha, opterò per un futuro perlomeno plausibile. Vivo con i nonni. Da un pò. E questo per me è strano. Anni di libertà liberamente accantonati. O meglio avrei avuto la libertà di trovare soluzioni diverse al mio problema. Posti da scoprire ne conosco, eppure sono qui. A 200 metri dalle giostrine dove mi portava nonno. Solo che ora sono io ad accompagnarli. Come vanno lenti i trenini a vapore. Il nonnino dializzato ottantenne con vari infarti, un aneurisma, un ictus. Secco e piccolo c'ha una tempra malata da far invidia. E nonnina, con meno tacche sullo scafo, solo un recente e neanche troppo ictus, mi si è rincoglionita la dolcetta grinzosa. E la fine è vicina, senza rancore, la fine è vicina. Simbiotici esserini dall equilibrio di cristallo, ogni alito di vento muove le fronde insicure e flette i rami di corteccia ruvida. Piangerò o sorriderò alfine, di una vita che annichilisce, di un tempo che ricordo coi lacrimoni? La mia quotidianità comunque è di fare il pagliaccetto giudizioso. Mi faccio sorridere guardandomi, loro non sanno che sono pank palp omless reiv insaid. Tutto compìto come si conviene dinanzi tanta storia. Chiamo se arrivo tardi, faccio salotto e d'abitudine guardo l'eredità della rai con la signora Pina. Marino e di là sul divano che guarda chissà cosa. Finisce la truce fogna pre serale in tv e la dolce compagnia ruotinaria. Mi ritiro in stanza. Tutta non mia, non la voglio e non la vedo. Solo finestra per le canne, letto e g5 accanto a terra. Sopra il monitor e l'hard disk esterno nonchè scratch disk final cut, lavoro, tanto lavoro. Tastiera sulle gambe e mouse a infrarossi scorrevolmente scivola sul letto dove anch'io fra poco mi dileguerò stanco e silenzioso. Buio, notte, ogni posto reca con se cose che non capisco.
Mi piace imparare cose nuove.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

non so come commentare... posso dire, però, che quel che scrivi, anche se diverso da quel che vivo io, in qualche modo mi appartiene un po'. forse appartiene un po' a tutti. sì, i particolari... quelli sono cosa privata. ma la storia, il percoso, il cerchio chiuso o aperto... sono comuni.

saluti

emiz ha detto...

sono certo che ti apppartiene. e che appartiene a molti, ma non a tutti.
grazie :)

Anonimo ha detto...

eccomi..credimi, li sento appartenere anche a me, le tue giostre(che furono anche del cinese...)e i tuoi dolci nonni, nonno marino e nonna peppa sono sempre nel mio cuore.
da un bacio da parte mia a entrambi:)

Unknown ha detto...

No. Il pank palp omless reiv insaid ogni tanto si affaccia. Chi ha occhi lo nota, eccome. Sta dietro al pagliaccetto e una spanna accanto al conversatore. Ma monodimensionalità non sarebbe terribile? Mz