mercoledì 23 aprile 2008

Volo parabolico detto anche volo del vomito.

Questa mattina, ormai ieri vista l'ora, ho partecipato da operatore interno ad un bel lavoro: Sala Umberto, via della Mercede. Incontro per studenti delle superiori. C'erano uno scrittore, e la mitica voce che commentò a suo tempo lo sbarco dell' uomo sulla luna, Tito Stagno. E Paolo Nespoli, astronauta (sono due in italia)assai simpatico e genuino. Come ha detto lui: Qui c'è più probabilità di diventare ministro. Infatti, chissà perchè, risiede stabilmente a huston. Oltre a persone capaci, da noi si perdono anche belle persone. Durante la mattinata hanno parlato di spazio, del senso della vita, di cose pratiche, consigli senza impegno e ancora, video-documenti d'epoca dell'allunaggio, dell universo odierno. Poi libere domande degli studenti. Di tutti i tipi. Una bella tripletta di ore sensate e ironiche. Quando le scolaresche non fanno troppo chiasso...Io, chiaramente, con un occhio guardavo nell oculare della telecamera e con l'altro tentavo di godermi lo spettacolo. Poi, quando i ragazzi e anche l'ultima giornalista di radio24 se ne sono andati, gli ho chiesto l'autografo, mica per me, per Marco Cirioni, che di certo non lo vorrebbe, nel senso diretto del chiederlo a qualcuno. Il mio è come un regalo, e lui ci ha scritto: A Marco Cirioni, punta sempre in alto, Paolo Nespoli. Marco è un fratello per me, è quello che ultimamente mi ha fatto vedere the deep blue yonder di herzog, e che ha ritroso nel tempo compare ogni volta come ricordo caro, fino al banco del I.T.I.per la cinematografia e la televisione Roberto Rosselini.

Ma andando oltre poi si è smontato tutto: telecamere cavalletti computer 30 metri cavo vga switch-vga vde pdf e via via acrominando. Si è lasciato in balia della sua vita l'altro operatore, come da pragramma. E si è andati in solitaria, con tutte le attrezzature, sempre come da programma, al summit hotel, via Aurelia. Però, come dicevo, il prgm era: Finisci a teatro, vieni al summit, si allestisce un evento per domani. Calcolavo perciò dalle 7 di mattina a massimo le 17. Non sapevo che evento si andava a fare. Non sapevo che in verità si allestiva, si eventava, e si smontava tutto insieme. E non sapevo che...
nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
A L E M A N N O A N T O N I O Z Z I G A S P A R R I B O N D I
ETCetcETCetcETCetc
FASCISTI FASCISTISSIMI
F A S C I S T E R R I M I S S I M I
Sala centometresca immensamente signorile e fornita. Cosa ho fatto per meritare tutto questo con cadenza regolare?
Ma oggi si è andati oltre. Certi oratori mi sembravano Uollas di Breivart. Braccia tese e "a noi" in gridi sparsi, addirittura profusione di gesti dell'ombrello.
Io non ci voglio credere. Ma dove cazzo stavo sta mattina? "No no, sò i peperoni fritti nell' ojo motore che t'hanno fatto fa 'nsognaccio. 'Nte preoccupà, rimettite giù che è presto p'annà a lavorà".
Abbiamo dovuto aspettare che vomitassero sangue tutti infervorati, poi i filmati (tra cui il mio di 4 minuti di un altro fckn evento, che pena che mi faccio a volte), poi il buffet e poi, crisstiddio, proiezione su megaschermo, perchè nel frattempo Alemanno era andato a ballarò a fare a capocciate con Rotello. Tiro le somme:sveglia 6e30 - 8:00 sala umberto nello spazio - 14:00 integrazione camera eng in regia presso summit hotel - 19:30 E V E N T O. 20:00 nausea - 21:00 vomito - 22:00 cena con vomito e ballarò - 23:30 smontaggio -
00:30 V_A_F_F_A_ N_C_U_L_O.
01:30 casa.
19 ore.
Dallo spazio la navetta discende sempre più veloce nell' atmosfera e l'aria comincia a surriscaldare lo scafo lanciato nel vuoto per attrazione gravitazionale terrestre. Verso la fine della parabola discendente il metallo è ormai color cremisi ma, provvidenziale, si apre la serie di paracadute d'atterraggio.
Gradualmente diminuisce l'attrito della realtà sulle cose.
A volte bastano quattro accordi. Come il sole all'improvviso

SOL SOL4 SOL SOL4 SOL
Nel mondo io camminero tanto che poi i piedi mi faranno male
RE SOL LA- RE SOL RE SOL
io camminerò un'altra volta e a tutti io domanderò
RE SOL RE SOL
finchè risposte non ce ne saranno più
RE SOL
io domanderò un'altra volta.
LA- DO SOL LA- DO
Amerò in modo che il mio cuore mi farà tanto male
MI- LA- DO SOL LA- SOL RE
che come il sole all'improvviso scoppierà, scoppierà.
SOL SOL4 SOL SOL4 SOL
Nel mondo io lavorerò tanto che poi le mani mi faranno male
RE SOL
io lavorerò un'altra volta.
LA- DO SOL LA- DO
Amerò in modo che il mio cuore mi farà tanto male
MI- LA- DO SOL LA- SOL RE
che tanto che come il sole all'improvviso scoppierà, scoppierà.
RE SOL SOL4 SOL SOL4 SOL SOL4 SOL
Nel mondo tutti io guarderò tanto che poi gli occhi mi faranno male
RE SOL
ancora guarderò un'altra volta.


giovedì 17 aprile 2008

Old double click

Sono nato sulla tiburtina, poi elementare a torbellamonaca, medio a ottavia, anche superiore ad ottavia, ed europeo, il corso, ad ottavia. Ora che non sono più, sono tornato alla culla. La tiburtina è retta ma il cerchio si chiude qui. Apro un negozio, uno shop di destini su misura. Mirato, squadro il cliente e gli cucio addosso un futuro migliore, e se proprio è fuori misura o la stoffa non ce l'ha, opterò per un futuro perlomeno plausibile. Vivo con i nonni. Da un pò. E questo per me è strano. Anni di libertà liberamente accantonati. O meglio avrei avuto la libertà di trovare soluzioni diverse al mio problema. Posti da scoprire ne conosco, eppure sono qui. A 200 metri dalle giostrine dove mi portava nonno. Solo che ora sono io ad accompagnarli. Come vanno lenti i trenini a vapore. Il nonnino dializzato ottantenne con vari infarti, un aneurisma, un ictus. Secco e piccolo c'ha una tempra malata da far invidia. E nonnina, con meno tacche sullo scafo, solo un recente e neanche troppo ictus, mi si è rincoglionita la dolcetta grinzosa. E la fine è vicina, senza rancore, la fine è vicina. Simbiotici esserini dall equilibrio di cristallo, ogni alito di vento muove le fronde insicure e flette i rami di corteccia ruvida. Piangerò o sorriderò alfine, di una vita che annichilisce, di un tempo che ricordo coi lacrimoni? La mia quotidianità comunque è di fare il pagliaccetto giudizioso. Mi faccio sorridere guardandomi, loro non sanno che sono pank palp omless reiv insaid. Tutto compìto come si conviene dinanzi tanta storia. Chiamo se arrivo tardi, faccio salotto e d'abitudine guardo l'eredità della rai con la signora Pina. Marino e di là sul divano che guarda chissà cosa. Finisce la truce fogna pre serale in tv e la dolce compagnia ruotinaria. Mi ritiro in stanza. Tutta non mia, non la voglio e non la vedo. Solo finestra per le canne, letto e g5 accanto a terra. Sopra il monitor e l'hard disk esterno nonchè scratch disk final cut, lavoro, tanto lavoro. Tastiera sulle gambe e mouse a infrarossi scorrevolmente scivola sul letto dove anch'io fra poco mi dileguerò stanco e silenzioso. Buio, notte, ogni posto reca con se cose che non capisco.
Mi piace imparare cose nuove.

venerdì 11 aprile 2008

Amore di provincia

Andavano a messa insieme quella mattina. Era molto che non succedeva, lui sempre via e lei, sempre più vecchia, ad attenderlo con i soliti dolci ritornelli.
- Non so... -
- Cosa? -
- No, niente, pensavo... -
- Non vuoi più venire. -
- Ma che mi leggi nella testa? -
- No, ma ti conosco. -
- A si? Spiegamelo un pò allora, che io ancora non l'ho capito. -
- Ma che spiego io, che sono contadina. Io vado a messa, e ti ci porto con me. -
- Vengo e me lo fai spiegare, da chi? Da quel beccamorto di doniginio? Sempre li, dove l'ho visto da bambino la prima volta, rivolto ai fedeli, pauroso, antipatico, e severo, subdolo maledetto prete e... -
-...E basta mo però! Che maleparole sono queste in bocca tua! Va bene, Don Iginio è...é nu beccamuort! E vabbè! Ma mica vado li per lui e lo sai, scema io che ti dò retta. Sù sù, forza andiamo, che è tardi. -
- Va bene andiamo, vengo a messa.Tu, lo sai tu però che lo faccio solo perchè è tanto che manco, e starò poco, e chissà quando torno, e ti avevo promesso una giornata insieme e...e che avevo pensato di portarti a fare una gita? -
- Si lo sò, e sò pure che le vie del Signore sono infinite. E che le promesse terrene sò catenacci. Come la tua... -
- Andiamo va! -
- Andiamo. -
- E attenta li alle scale, guarda che inciampi, aspetta che t'aiuto.-
- Piano piano, non ti preoccupare. -
- Ho deciso. Ora che saliamo in macchina ti porto al mare. -
- Al mare? Ah ah! E che ci vado a fare io al mare? -
Andavano a messa insieme quella mattina. Era molto che non succedeva, lui sempre via e lei, sempre più vecchia, ad attenderlo con i soliti dolci ritornelli.

martedì 1 aprile 2008

Così è

Hitler aveva solo dodici anni quando assistette alla prima opera Wagneriana. Ed è lattiginoso il senso delle cose che si sta schiudendo ultimamente davanti ai miei occhi. Ho cercato gli alieni per tutta la mia breve vita, ed erano qui, sott’acqua, luminescenti e mimetici. Così strani. La follia che si piega al volere di lucidi assassini mi opprime rendendomi instabile, colpevole, destinato a fine certa. Tutto questo perché sporcamente consapevole di quel che il male può, avendolo sfiorato, spiato e sfidato più volte. Mi dicono che bisogna difendere ciò in cui si crede. Credo io? Faccio finta o sto seriamente scivolando giù dalla rupe? Pagano. E continuo a chiedermi dove sia giusto porre l’accento. Ho sentito qualcuno in televisione dire, spietato e spiato, che con la magica cremina s'avrebbe potuto giacere con fanciulla sotto i dieci anni. Se non fossero state inventate le creme lubrificanti, ci sarebbero stati meno pedofili o più sangue? Sacro e profano. Acqua diamantina e cocktail a fermentazione, vedi bar stella in via Cassia. “La forza senza un fondamento spirituale è destina a fallire” lo ha detto Hitler, il Wagneriano, olocausto umano di dubbia provenienza. Le cimici torturano lo stomaco che porto dentro, mi spiano e non m’importa. Che c’è da nascondere? Ciò per cui muoio? La lega delle signorine tedesche appartiene alla nazione, fedeli fino alla morte. Gioventù Hitleriana in loop nelle ere. Era bello pensare di essere superiore a tutti gli altri. Bagliore di animale da preda e canzoni di morte: Noi stiamo sorgendo per affrontare tutte le battaglie. Per il Fuhrer e per la patria!
E concludo qui questo excursus sulla pantomima ch’è l’uomo, specialmente oggi, che è primo aprile, e si scherza.