martedì 25 novembre 2008

Una storia

Color che ragionando andarono al fondo,
s'accorser d'esta innata libertate;
però moralità lasciaro al mondo.
Onde, poniam che di necesitate
surga ogne amor che dentro a voi s'accende,
di ritenerlo in voi è la podestate.


“Ma chi me l'ha fatto fare, fumare roccie, tirare, calare, rollare...”
Ma, acchitta acchitta, biascicando e caracollando, alla fine Cappuccino Acido si perse nel bosco senza piante. “e che cazzo di bosco è?!?!” si chiese giustamente. Ma subito ancora “ l'ho pensato o l'ho detto? Cazzo, forse era meglio mangiare sano, forse....”. E s'addormentò fiera e ipoventilata dentro una teca di cristallo che guardacaso stava proprio li dove passava. “Certo che, eh cotrec, un posto così era meglio non attraversarlo” fu l'ultimo pensiero prima di lasciarsi andare. Ora, lei faceva finta di dormire, credeva di farlo, o meglio, si chiedeva: “ma sto dormendo davvero o lo immagino solo” e poi ancora “ma l'ho detto o l'ho pensato?”. Era tutto molto difficile allora per lei.
Ecco, Cappuccino non si può certo chiamare al telefono a notte fonda e pretendere ti capisca al meglio, ma di sicuro è una brava persona. Brava fintanto non gli salgono le scimmie. Tre scimmie scalatrici e tenaci, che purtroppo, a differenza delle cugine disagiate, ci vedono ci sentono e parlano. Tre urlatrici pericolose che cacano il cazzo di brutto, per farla breve.
Disse: “sto sarcofago de vetro me sta stretto, manca l'aria, aira lac nam!...Oddio sto male, elam tsoid do!! O luna silente o cielo altero, sto male, STO MALE!!!”. E grida e rigrida che ti arrivò un principe assonnato, vagamente scocciato: “esci da li allora, porca di quella troia impunita! Non bastano i draghi, le armate delle tenebre, le singolar tenzoni e le emorroidi dal troppo cavalcare. No! Pure le urla notturne della principessa spaurita! Ma vaffanculo papà, baciami le chiappe genitore-Re: “Odi le grida nella notte oscura? Le odi figliolo? Vai ragazzo mio, vai! Salva la donzella! Falla tua! Sii eroe come io lo fui per la tua venerabile madre...” vecchio regale rompicoglioni!!“ Ma in tutto questo logorroico lamentio Cappuccino era attonita, lo guardava e non capiva: “ma chi cazzo t'ha chiamato brutto pezzo di fango infetto! Levatevi dalle palle tu e le tue fisime perverse da figlio d'una sega fuori controllo!” Il principe, che pure non era un francescano, ci rimase male, chiuse la mano a cinquina e la traslò modello valanga sulla guancia sinistra di lei che sputando qualche molare misto a bile schioccò le dita. Povero principe, le tre scimmie psicotiche furono assai contente di smembrarlo per conto terzi ma ancor di più di poter succhiare midollo osseo fresco senza rischi penali. Alle grida del giovane infatti non accorse nessuno. Finalmente Cappuccino potè tornare a rilassarsi e a tentare il contatto telepatico con il bianconiglio, che gli sfuggiva sistematicamente. Faceva il vago, il fattone salterino, gli doveva bei soldi. Erano amici un tempo, poi lui s'era perso con le carte, fra allucinazioni mistiche e miste. Con la scusa che non c'era mai tempo, che la regina di cuori era infuriata e che il cappellaio era matto, disse che s'era dato alla macchia per il bene di tutti, invece era solo perso nel tunnel. Il bastardo però non sarebbe potuto scappare per sempre...Così ghignava fra se Cappuccino pregustando lo sventrio senza anestesia del batuffolo e la cena che si sarebbe poi fatta.
Certo questa non è una storia moralizzatrice nè costruttiva. Questa è solo una storia probabile. Una storia, come dire, airot sanu, che non so bene se l'ho pensata o l'ho scritta. Le scimmie stanno salivando brutte e affamate, mi guardano, il coniglio, detto anche la merda pavida, c'ha il cellulare staccato, il principe gocciola dalle pareti, sarà una rottura di palle domani raschiarlo via, io sorseggio un dubbio caldo: chi me l'ha fatto fare di fumare roccie, tirare, calare, rollare. Cazzo, forse era meglio mangiare sano, forse.... Era meglio stancarmi dell'infinitamente piccolo, dell'infinitamente grande e dedicarmi all' infinitamente medio.

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