mercoledì 5 marzo 2008

TILT


Un lampo. E poi buio. Non ricordava nulla. Aveva la testa che scoppiava e gli sembrò di sentire in lontananza una canzone. Buio. Sorrise poi di nuovo si fece serio, nel buio. Allora, prima di tutto la salute. Cominciò timidamente a cercare le risposte sensoriali dalle periferie corporee. Tutto tornava senza la minima latenza e questo voleva dire che sia la testa che il corpo erano a posto. Dunque uscire dal buio. Alzò la mano lentamente fino a quando non incontrò della terra. Terra sotto e sopra quindi, buio. Respiro affannoso, sospetto, polvere. Tese i muscoli del collo e fece per sollevarsi. Fu immediatamente rimesso giù da una testata violenta. Terrore, iperventilazione, gocce infinite sulla fronte, buio. Tremore diffuso crescente e sommesso un grido nacque dalle profondità dello stomaco. Silenzio, buio. Si disse di restare calmo. Non ricordava. Smise subito di provarci, dolore alle tempie. Uscire, solo uscire. Muovendo le mani a cerchio di lato capì di avere spazio. Come verme strisciò nel nero denso. Sassi taglienti sulla schiena, sul ventre, vestiti e carni sofferenti. Ancora avanti, sudore e paura. Dov’era e perché. Chi era. Lo shock, si ripeteva, lo shock. E’ così. Si perde poi si ritrova, la via come la memoria. Ed invece alla fine trovò una parete di terra. Claustrofobia e buio, denti serrati e lacrime. Confusione, panico. Perché si chiedeva, perché. E di nuovo un urlo lo invase tentando per lui di attraversare la materia. E lo fece.
Gli raccontano che quando fu ritrovato era rigido come fosse di legno, gli occhi spalancati e secchi. Gli dissero che fu assai fortunato, sia di aver riacquistato la vista che di essere fra i pochi sopravvissuti del più devastante attentato che la martoriata città ricordasse. L’intero mercato vecchio raso al suolo da uno squadrone suicida. Il suo corpo travolto dall’onda d’urto e scaraventato in aria assieme a case fatiscenti, animali e biciclette. L’intero perimetro di un muro portante lo sommerse e salvò. Tutto chiaro. Tranne il senso forse, ma quello non è necessario quando si è ancora vivi.

Nessun commento: