giovedì 13 marzo 2008

NOthing IS possible (nois'thing possible)

Cosa voglio. Se lo chiedeva un signore distinto all’entrata della metro. Urlava contro il muro tutto il suo veleno per il mondo, il suo mondo, chissà quale.
Li voglio tutti fuori entro stasera! La sono tutti delle merde! Falsi! Come hanno potuto estromettermi! Sto andando ora all’ aeroporto!
Non era poi così matto, aveva l’auricolare di quelli nuovi, attaccati come i cyborg dei film anni 80, col microfonino. Sono io che sto indietro, che sogno la terra e l’orticello. Sto fuori di testa, o a balconcino, ingarito, preno de demenza, infoiato perso, bruciato, incajato, del futuro conosco solo lo slang spicciolo. Comprendo il mio stato di latenza rispetto agli eventi davvero importanti, ma è che mi fanno i trabochetti.
Pensa che volevo capirci un po’ di questa politica del gruppo allo stato attuale e, tornando a casa, bramoso di attualità raccolgo il primo giornale di strada che vedo, già partendo male, che era di ieri. Ma importa poco nell’era dell’informazione veloce - a quale informazione ci arriveremo poi- così leggendo e spulciando il mio corpo leso dagli anni a disinformarmi volontariamente, che ti trovo? Niente, tutti sms informativi su cose pure interessanti ma così, i fatti fini a se stessi , non è che aiutino.
La carta digitale, ecco cosa ci vuole, manca poco ed entra sul mercato, così approfondisci in tempo reale, salti in diretta dal foglio al flusso delle informazioni.
Però ora no, non servono a niente ste notizie così - a che tipo di notizie ci arriveremo poi- Allora ricorro al metodo antico degli informatori. Chiamo Luc, il timido bibliotecario del servizio civile, sempre connesso al terminale, per esigenze personali. Gli chiedo dunque se è vero che la nostra punta di primo piano sia stata declassata a mera panchina, futura cessione. Cioè in che senso, mettono davanti quel cervo senza cervello e a lui lo spediscono in siberia?
Controlla, la talpa, e mi tira fuori l’ansa di questa mattina, chiara, esplicita, incontrobattibile: Il presidente smentisce categoricamente ogni possibilità di cessione prossima e remota dell’elemento in questione, attribuendo le responsabilità di questi equivoci a personalità occulte che a tempo debito verranno ricompensate.
Nero su bianco, la parola da internet fino a far vibrare il mio timpano e di nuovo microsegnale nel cervello. Informazione veloce e, indolore, soprattutto, è ciò che voglio, Dio dell’effimero e dell'artificiale, alleggerito della sostanza scomoda. Aria, aria tanta aria. E un po’ di fuoco per le micce.

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