Con il termine eugenetica ci si riferisce a quella disciplina pseudoscientifica volta al perfezionamento della specie umana attraverso lo studio, la selezione e la "promozione" dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi e la rimozione di quelli negativi.
periodo
...o anche
Storie! Quante storie queste orecchie hanno sentito, origliato soffocato. Ballate struggenti in rifugi sperduti. Che male, quando l’evidenza segna i corpi con lividi ricordi immobili. Bisogna allora spalancare le finestre al freddo della notte perché manca il respiro. Trattenere il vomito, perché i sogni mal soffrono d’accettare la realtà. Tessere un racconto altrimenti inesistente. Sperare non sia così. Che non finisca tutto come deve.
accenno di libri
Elianto - Le piume di vurt - La danza della realtà - L'uomo nell'albero
Le anime morte - Tolleranza zero - Il processo - verenice - Alle Montagne della Follia
Naif super - Rulli di tamburo per rancas - Cent'anni di solitudine - Il mio quartiere - Ritorno ad haifa
Fanculo pensiero - Una sedia per l'anima - Siddharta - Il gabbiano Jonathan Livingston - Illusioni
Cuore di tenebra - Sonno profondo - Il vecchio e il mare - Fame - se questo è un uomo
T con zero - Il paradiso degli orchi - Il piccolo principe - La freccia azzurra
Domanderete: e dove sono i lillà? E la metafisica coperta di papaveri? E la pioggia che spesso percuoteva le sue parole riempiendole di pertugi e di uccelli?
Tutto ciò che mi accade vi dirò.
Vivevo in un rione di Madrid con campane, con orologi ed alberi.
Di là si vedeva il volto secco della Castiglia come un oceano di cuoio.
La mia casa era detta la casa dei fiori, perchè dappertutto scoppiavano gerani: era una bella casa piena di cani e di bambini. Raul, ricordi? Ricordi, Rafael? Federico, ricordi sotto terra, ricordi la mia casa coi balconi dove la luce di Giugno soffocava fiori nella tua bocca?
Fratello, fratello!
Tutto era un gran vociare, un sapore di merci, cumuli di pane palpitante, banchi del mio rione di Arguelles con la statua simile a un pallido calamaio tra i merluzzi: l’olio raggiungeva i cucchiai, un profondo pulsare di piedi e di mani gremiva le strade, metri, litri, essenza acuta della vita, pesci affastellati, trama di tetti dove si smarrivano freddi raggi di sole, delirante avorio fine delle patate, pomodori ripetuti fino al mare.
E una mattina tutto prese fuoco, e una mattina roghi uscirono dal suolo a divorare persone, e da quel momento incendi, spari da quel momento, da quel momento sangue.
Banditi con aeroplani e con mori, banditi con anelli e con duchesse, banditi con neri frati benedicenti venivano dal cielo ad uccidere dei bambini, e per le strade il sangue dei bambini scorreva semplice, come sangue di bambini.
Sciacalli che lo sciacallo scaccerebbe, pietre che il cardo secco morderebbe sputando, vipere che le vipere odierebbero!
Di fronte a voi ho visto il sangue di Spagna sollevarsi per annegarvi in una sola onda di orgoglio e di coltelli!
Generali, traditori: guardate la mia casa morta, guardate la Spagna a pezzi: ma da ogni casa morta esce metallo ardente e non fiori, ma da ogni squarcio della Spagna esce la Spagna, ma da ogni bambino morto esce un fucile con occhi, ma da ogni delitto nascono proiettili che scoveranno un giorno la tana del vostro cuore.
Chiederete perchè la sua poesia non ci parla del sogno, delle foglie, dei grandi vulcani del suo paese natio?
Venite a vedere il sangue per le strade, venite a vedere il sangue per le strade, venite a vedere il sangue per le strade!
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