
Mi ha angosciato il caro Luis, in alcuni momenti avrei voluto distogliere lo sguardo, ma almeno questo nella vita non l’ho mai fatto. Era molto che non ci si vedeva. Mi ha di nuovo, o ulteriormente, tagliato l’occhio. M’ha strizzato l’anima. Ho un dubbio: stavolta il cinema non c’entra perché avevo dieciasette anni e credevo di studiare cinema mentre ero solo un innocente confuso povero coglione. In ogni caso, più o meno validi “maestri” tentavano di fare di quel film e di molti altri il nostro pane quotidiano. Poi i diciotto anni e la festa che tutti aspettano e credo pure io e diciannove, venti e rotolarono i rotoli e vaghi dintorni, viaggi, ritorni, dimenticanze in evoluzione, apparizioni, sparizioni di perle mare fango e BUM! Per dirla semplice THAT LINK IS FUCKED. S’è crinata irrimediabilmente la surreale e artificiosa zona d’ombra dove nascondersi quando gli interrogatori si fanno fitti e puntano ferocemente la luce in faccia. Nudo al centro di una stanza affollata rimbalzo da un immagine all'altra come una mosca scappando dalla mano. Che cosa ne può sapere un insetto che sfugge ad una morte così semplice del mondo fuori dalla porta, delle città, degli stati e di tutto l’inutile resto. Niente e comunque non credo gli interesserebbe farsi un cortocircuito. Eppure sia io che la fastidiosa mosca mia amica, il buon Bunuel e svariati altri siamo qui oltre l’uscio e non ci capiamo un benemerito cazzo. Chi per un motivo chi per un altro ognuno di noi resta atterrito se pensa a tutto quello che non capisce. Mica siamo come gli altri che sparano sentenze e merda dalla bocca per non aver paura. No no, noi accettiamo la nostra ridicola limitatezza, ne io ne gli altri ci sentiamo minimamente intelligenti e ne diamo prova spesso e volentieri. Se fossi stato davvero intelligente mi sarei forse ritrovato alle sette di mattina, dopo la suddetta video immondizia a pagamento, a scrivere con dedica questo biasimevole intruglio di me? Non credo. Come non credo che chi si trova in una posizione scomoda abbia il diritto di essere nervoso o critico. Perché a meno che non siate poveri davvero, malati davvero, emarginati davvero, davvero fottuti finiti invischiati deprivati dell’energia stessa che vi tiene in piedi, non avete da far altro che muovere il culo e ringraziare Dio che non vengo li a prendervi a calci in bocca personalmente, che così almeno ce l’avrete davvero un buon motivo per piangere. Per il rispetto dovuto ai cuori che si stringono fino a frantumarsi. Agli stomaci vuoti saziati nell’immondizia della nostra opulenza, ai bambini dimenticati e a tutta la natura che cede il passo con dolore. Devo scavare, scavare a fondo fino al filo rosso. Dimenticarmi di me e sperare un giorno, dopo tanti anni, di incontrarmi ancora.
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